L' angolo di zio Peppino

appuntamenti musicali, ingresso gratuito

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elisa81
view post Posted on 23/2/2006, 11:30




In questa discussione voglio proporvi concerti di musica classica a ingresso gratuito, se qualcuno è interessato faccia sapere


martedì 28 febbraio
Aula absidale (via de’ Chiari 25a)
ore 21

ingresso gratuito


CENT’ANNI DOPO,
COME FOSSE IERI


Docenti dell’istituto musicale
“Giuseppe Verdi” di Ravenna

Maria Francesca Baldi pianoforte
Vanni Montanari flauto
Stefano Rava oboe
Cristiano Formicone clarinetto
Franco Perfetti fagotto
Giovanni Lucchi corno






Felix Mendelssohn-Bartholdy (1809 - 1847)
Pezzo da concerto op. 114
per clarinetto, corno di bassetto e pianoforte
Presto – Andante – Allegretto grazioso


Michail Glinka (1804 - 1857)
Trio pathétique in Re minore
per clarinetto, fagotto e pianoforte

Allegro moderato
Scherzo: Vivacissimo
Largo
Allegro con spirito


Francis Poulenc (1899 - 1963)
Sestetto
per flauto, oboe, clarinetto, fagotto, corno e pianoforte
Allegro vivace: Très vite et emporté
Divertissement: Andantino
Finale: Prestissimo


 
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kutolenko7
view post Posted on 23/2/2006, 11:41




Troppo "rilassante".... biggrin.gif

Cmq ottima iniziativa elì!
 
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ntnuccio
view post Posted on 23/2/2006, 12:13




a me la musica classica nn piace, preferisco la lirica...
 
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elisa81
view post Posted on 23/2/2006, 12:30




chi vuole unirsi martedì?????
 
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tonihno brillao
view post Posted on 23/2/2006, 14:25




Interessante....vedremo....io preferisco di gran lunga la classica alla lirica
 
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ntnuccio
view post Posted on 23/2/2006, 14:49




come tifare jve piuttosto che milan biggrin.gif due filosofie di pensiero! biggrin.gif
 
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elisa81
view post Posted on 24/2/2006, 17:17




Fatemi sapere aprite la vostra mente a qualcosa di nuovo. Cmq. ci sono molti giovani perchè è organizzato dall'università e ci sono molti spettacoli anche teatrali. Vi assicuro che il concerto non sarà noioso sia per il programma che per la formazione strumentale

Edited by elisa81 - 24/2/2006, 17:19
 
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teresinaDolcevita
view post Posted on 27/2/2006, 14:16




ottima discussione, elì! se fossi lì ci andremmo insieme!SICURO!
 
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elisa81
view post Posted on 28/2/2006, 17:28




martedì 7 marzo
Aula absidale (via de’ Chiari 25a)
ore 21

ingresso gratuito


SOTTO IL RAGGIO FIOCO
DELLA LUNA


Claudia Hasslinger, mezzosoprano
Stefano Malferrari, pianoforte










Robert Schumann (1810 - 1856)
Liederkreis op. 39
In der Fremde
Intermezzo
Waldesgespräch
Die Stille
Mondnacht
Schöne Fremde
Auf einer Burg
In der Fremde
Wehmuth
Zwielicht
Im Walde
Frühlingsnacht


Richard Wagner (1813 - 1883)
Wesendonck-Lieder

Der Engel
Stehe still!
Im Treibhaus
Schmerzen
Träume


Modest P. Musorgskij (1839 - 1881)
Canti e Danze della Morte
Ninna Nanna
Serenata
Trepak
Il Condottiere






Claudia Hasslinger
Nata a Vienna, ha studiato con Erik Werba, Terezia Blumova e Paolo Washington. Si è perfezionata con Paul von Schilhawsky nel repertorio liederistico e ha studiato danza e recitazione con Alan Wynroth, Vittorio Gassman, Eduardo De Filippo, Ferruccio Soleri. Ha debuttato al "Festival International de Vaison-la-Romaine" nelle parti di Tragedia e di Euridice nell’opera di Giulio Caccini. Svolge un’intensa attività concertistica e ha preso parte a produzioni teatrali, radiofoniche e televisive in Austria, Francia e Italia. È stata protagonista dell’azione teatrale Mito di Arianna: da Monteverdi a Strauss e nel 1998 ha interpretato, sotto la direzione di Alan Curtis, la parte di Melissa nella Liberazione di Ruggiero dall’isola di Alcina di Francesca Caccini. Si è esibita, inoltre, nel concerto di chiusura dei festeggiamenti per il IV centenario della nascita del melodramma promosso dal Comitato nazionale a Vienna e ripreso dalla ÖRF RadioTelevisione Austriaca. L’ampia estensione della voce e la padronanza di numerose lingue le permettono di affrontare un repertorio molto vasto, che spazia dalla musica barocca a quella contemporanea.

Stefano Malferrari
Ha studiato al Conservatorio "G. B. Martini" di Bologna nella classe del maestro Franco Agostini e si è diplomato sotto la guida del maestro Franco Scala. Si è perfezionato con il pianista austriaco Jörg Demus. Tiene concerti in Italia e all’estero (Svizzera, Germania, Svezia, Croazia, Islanda, Norvegia) in recital solistici e in formazioni da camera. Molto attivo nel repertorio cameristico e liederistico, si interessa anche alla musica contemporanea, di cui propone volentieri prime esecuzioni assolute. Ha inciso dischi per le case discografiche Nuova Era, Nuova Carisch, NLM. Docente al Conservatorio di Bologna, collabora come direttore e consulente artistico per associazioni culturali e musicali private e istituzionali. È uno dei fondatori dell’Ensemble Fontana MIX.






A partire dall’Ottocento, con il consolidarsi della I tre cicli di questa sera appartengono a fasi diverse del Romanticismo musicale, ma si collocano in una comune ambientazione ben evocata dal titolo: Sotto il raggio fioco della luna, infatti, riproduce il metro del pentametro trocaico ampiamente frequentato dai poeti dell’Ottocento. Nel 1840 Schumann scrisse oltre un centinaio di Lieder: un’esuberanza lirica incentivata dall’entusiasmo per l’esito felice della relazione sentimentale con Clara Wieck, che, al termine di cento traversie, condusse al matrimonio il 12 settembre di quell’anno. Fino ad allora Schumann aveva composto soprattutto per pianoforte solo e non aveva considerato la musica vocale «degna di attenzione» – un’affermazione in linea con il primato che l’estetica romantica assegnava alla musica strumentale, in virtù del magico potere di alludere all’ineffabile che l’assenza di un oggetto determinato le conferiva. La contraddizione si stempera alla luce del desiderio di Schumann di “innovare” il Lied pianistico, affidando alla veste musicale, e in particolare allo strumento, il compito di esprimere l’atmosfera poetica, la Stimmung dei versi, più compiutamente di quanto non fosse consentito alle sole parole. La denominazione Liederkreis (Ciclo di Lieder) per l’op. 39 indica la ricorrenza di temi poetici, quali il fiume, la foresta, i corni da caccia, prediletti da Joseph von Eichendorff e cari alla sensibilità romantica; ma rinvia anche al ripetersi di motivi musicali, come quello che accomuna l’inizio dei nn. 7 e 8. La capacità evocativa della musica di Schumann raggiunge un vertice in Mondnacht, laddove la risoluzione sulla tonica ritardata alla decima battuta, su «die Erde», e la discesa verso il registro grave della mano sinistra al pianoforte suggellano il sublime ed erotico bacio del Cielo e della Terra.
Agli immaginari acquatici e silvestri di Eichendorff si contrappone la luce artificiale e soffocante della serra di Mathilde Wesendonck, la poetessa dilettante zurighese con cui Wagner ebbe un’intensa relazione tra il 1857 e il ’59, gli anni della composizione del Tristano. Il terzo e il quinto Lied – l’intero ciclo fu ultimato nel 1858 – sono dei veri e propri abbozzi dell’opera: il tema iniziale di Im Treibhaus (Nella serra) è lo stesso che apre il preludio del terz’atto; l’avvio di Träume (Sogni) prefigura il momento in cui i due amanti si abbandonano alla passione nel cuore della notte nel second’atto. La scrittura musicale, densa di cromatismi, tende ad una dilatazione estenuante della forma, esprimendo così il senso di disfacimento, di sublimazione del dolore nella morte, suggerito dai testi e consono al Romanticismo decadente di Wagner. La predilezione esclusiva per la forma durchkomponiert – il rifiuto della stroficità in nome di uno sviluppo musicale continuo – mira, nel Lied come nel dramma per musica, a un’intima connessione del fluire spontaneo della melodia con il libero dipanarsi dell’intreccio drammatico: un magico e ininterrotto “torrente” melodico – nel saggio Opera e dramma (1851) Wagner aveva parlato di una melodia “infinita” – salutato da Baudelaire, all’indomani della rappresentazione del Tannhäuser a Parigi (1861), come la conferma di una segreta corrispondenza tra le apparenze della natura.
Musorgskij scrisse i Canti e Danze della Morte nel 1875, un anno dopo la morte dell’intima amica Nadežda Opočinina. Il dolore del compositore rifluiva nell’aurea lugubre e tenebrosa dei versi del conte Goleniščev-Kutuzov, rispondenti ad un gusto per il macabro tipico della Russia fin de siècle. Dietro il ritorno ossessivo di una nenia inquietante, l’apparente dolcezza di una serenata, il girare a vuoto di una danza grottesca – trepak è il nome di un ballo ucraino – o di una marcia grave e pomposa, si rivela la presenza diabolica e sensuale della morte. Non vi è pietà per le sue vittime, siano esse innocenti – un bambino ancora in fasce – o patetiche – un povero contadino ubriaco.



Valentina Accardi
studente DAMS

coordinamento e redazione di
Anna Scalfaro




questo è il prossimo appuntamento dato che oggi siete presi dalle feste di carnevale
 
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ntnuccio
view post Posted on 28/2/2006, 22:01




CITAZIONE
Claudia Hasslinger, mezzosoprano
Stefano Malferrari, pianoforte


quindi il prossimo appuntamento sarà lirica...
 
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elisa81
view post Posted on 2/3/2006, 12:57




Yes!!!!!!!!!!!!!!!!!!
 
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elisa81
view post Posted on 6/3/2006, 12:59




mercoledì 8 marzo
Aula absidale (via de’ Chiari 25a)
ore 21

ingresso gratuito


I Solisti dell’Orchestra Mozart
Gregory Ahss, violino
Miriam Caldarini, clarinetto
Iseut Chuat, violoncello
Simone Jandl, viola
Diemut Poppen, viola
Yunna Shevchenko, violino


Trio Rosamunde

Ben Sayevich, violino
Daniel Veis, violoncello
Martino Tirimo, pianoforte



Wolfgang Amadé Mozart (1756 – 1791)

Trio in Mi bemolle maggiore K. 498
per clarinetto, viola e pianoforte
Andante
Menuetto
Rondò

Quintetto in Sol minore K. 516
per due violini, due viole e violoncello

Allegro
Menuetto
Adagio ma non troppo
Adagio – Allegro




Antonín Dvořák (1841 – 1904)

Quartetto in Mi bemolle maggiore op. 87
per pianoforte, violino, viola e violoncello
Allegro con fuoco
Lento
Allegro moderato grazioso
Finale: Allegro ma non troppo







Nata da un´idea di Carlo Maria Badini, l´ORCHESTRA MOZART gode dell´apporto determinante della Fondazione della Cassa di Risparmio in Bologna, presieduta da Fabio Roversi Monaco. Claudio Abbado, al quale è affidata la Direzione artistica della nuova orchestra, ne ha delineato il profilo, invitando alcuni strumentisti e complessi cameristici di rilievo internazionale (Giuliano Carmignola, Daniel Gaede, Danusha Waskiewicz, Enrico Bronzi, Mario Brunello, Alois Posch, Jacques Zoon, Andrea Oliva, Alessandro Carbonare, Alessio Allegrini, il Trio di Parma), nel ruolo sia di prime parti sia di docenti dei musicisti più giovani. L´orchestra è costituita da una quarantina di elementi tra i 18 e i 26 anni, ventuno dei quali (tutti italiani) hanno beneficiato nel 2005 di una borsa di studio del Fondo Sociale Europeo e della Regione Emilia Romagna per l´Alta formazione professionale. A loro si aggiungono una quindicina di musicisti provenienti da tutt´Europa (Francia, Spagna, Austria, Germania, Olanda, Ungheria, Norvegia e Finlandia). Il carattere e lo spirito dell´Orchestra Mozart la rendono unica nel panorama italiano. Essa vive della gioia del piccolo gruppo che si ritrova da tutte le parti del mondo per il piacere di suonare insieme, nel più intimo spirito dell´ensemble cameristico, elastico e variabile, in cui gli elementi si alternano in varie formazioni, dal trio all´ottetto al gruppo da camera all´ensemble mozartiano. Le collaborazioni con le più importanti realtà musicali (Teatro Comunale, Bologna Festival e Musica Insieme) si inquadrano in un´ottica di inserimento e promozione attiva nella città di Bologna e in provincia. Concerti speciali sono poi riservati alle scuole, al Conservatorio di Musica, alle istituzioni culturali e a realtà quali la Caritas, l´Istituto Penale Minorile e la Casa Circondariale. La collaborazione col Dipartimento di Musica e Spettacolo dell´Università va oltre la sala da concerto, per coinvolgere studenti, dottorandi e ricercatori nella redazione delle note musicologiche per i programmi di sala. La dedica a Mozart si lega a un grande progetto internazionale, European Mozart Ways, promosso in occasione del 250° anniversario della nascita del Salisburghese. Il progetto comprende una serie di manifestazioni, realizzate nelle città europee che con lui ebbero rapporti speciali. Fra queste – con Salisburgo, Vienna, Praga, Milano, Londra – Bologna è in primo piano, grazie anche alla tradizione che l´Accademia Filarmonica ha sempre coltivato come sede di concerti nella sua illustre Sala Mozart.

Dopo una brillante carriera di solisti, Martino Tirimo, Ben Sayevich e Daniel Veis costituiscono nel 2002 il TRIO ROSAMUNDE, che viene subito ingaggiato per concerti in USA, Germania, Slovenia, Cipro, Irlanda ed Inghilterra. Osannato da importanti riviste musicali inglesi, il Trio è stato già quattro volte in tournée in Gran Bretagna. Di recente ha inciso l´integrale dei trii con pianoforte di Čajkovskij e Šostakovič.








Il Trio K. 498, detto Kegelstatt-Trio (dei Birilli) perché si dice che sia stato scritto durante una partita a birilli, risale al 1786, ovvero al terzo e ultimo periodo in cui si suole suddividere l’attività di Mozart. Offerto in omaggio all’allieva Franziska von Jacquin, il Trio deve il suo carattere sereno, fluido e cantabile all’impiego di un materiale tematico che smussa i contrasti drammatici. L’aura giocosa, tipica anche degli altri trii di Mozart, deriva dall’ambiente familiare cui era destinata l’esecuzione. La cellula motivica iniziale, esposta dal pianoforte e subito dopo dal clarinetto, pervade l’intero primo movimento, un Andante in forma-sonata dove l’esposizione e la ripresa preponderano nettamente sullo sviluppo centrale. Nell’amabile e un po’ melanconico Menuetto, i tre strumenti dialogano scambiandosi i temi principali e alternandosi in un gioco di richiami e rispondenze. Nell’ameno Rondò finale spicca, come elemento di contrasto, l’assolo in Do minore della viola.
Nel 1787, tornato a Vienna dopo un breve periodo trascorso a Praga, Mozart tra la primavera e l’estate scrisse molta musica strumentale, tra cui due quintetti per archi: il K. 515 in Do maggiore e il più famoso K. 516 in Sol minore. Diversamente da Boccherini e Schubert, che nei loro quintetti per archi aggiungono alla formazione quartettistica un secondo violoncello, Mozart optò per una seconda viola (strumento che egli stesso praticava). Nel Quintetto K. 516 il linguaggio espressivo, quanto mai lontano dalla spensieratezza del Trio K. 498, si fa drammatico e appassionato, e anticipa il tono corrusco della Sinfonia K. 550, anch’essa in Sol minore, del 1788. Al dialogo serrato degli strumenti nel primo movimento, un Allegro in forma-sonata, segue un Menuetto di forte e insolito pathos: nella prima sezione, ricca di contrasti dinamici, risalta in particolar modo un accordo di settima diminuita, strappato da tutti gli strumenti in forte sul terzo quarto della battuta, ossia in contrattempo. Il passaggio alla tonalità di Mi bemolle maggiore nell’Adagio ma non troppo non dissipa il carattere dolente, anzi lo accentua. Il canto diviene intimo e sofferto neIl’Adagio che, con un assolo del violino primo, introduce l’ultimo tempo: dopo l’ultima croma sospesa su una pausa carica d’inquietudine, scatta il tema gaio e vitale del rondò conclusivo (Allegro in Sol maggiore).
Nel 1889, anno di composizione del Quartetto in Mi bemolle maggiore per pianoforte e archi, Antonín Dvořák è ormai divenuto una celebrità. La musica da camera, a cui si è dedicato sempre con costanza, occupa una posizione rilevante nella sua produzione. Il Quartetto gli era stato commissionato nel 1885 dall’editore Simrock, che sperava di replicare il successo ottenuto con la pubblicazione delle Danze slave, ma Dvořák, assorto nel completamento di altre opere, ne cominciò la stesura solo quattro anni dopo. In questo lavoro si giunge ad una sintesi – ed è una costante dell’autore – tra elementi della tradizione folklorica slava e moduli linguistici e formali di tradizione europea tardoromantica. Ciò è evidente fin dal primo movimento, Allegro con fuoco, in cui su armonie d’impronta brahmsiana si inseriscono moduli ritmici, evocanti, nelle continue trasformazioni cui sono sottoposti, stilemi propri dell’idioma popolare. Il Largo ha una struttura formale piuttosto semplice, con cinque sezioni e cinque temi, il primo e il terzo dei quali tra loro affini. I temi si alternano creando atmosfere diverse e si ripresentano, leggermente variati, in una sintesi finale. Nel terzo movimento gli accenni al folklore divengono più frequenti; la ripresa del tema iniziale, affidato al registro acuto del pianoforte, ricrea le sonorità del cimbalom, uno strumento a corde percosse di origine ungherese. Nel Finale, dalle movenze gitane, si accostano nuovamente molti temi diversi, fra cui uno in Si maggiore eseguito nel registro sovracuto della viola, che in questo Quartetto ha un ruolo da protagonista.


Il programma continua poi con incontro di alcune amiche di Elisa molto molto carine
 
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kutolenko7
view post Posted on 6/3/2006, 13:15




Ehehe, quest'ultima parte mi interessa molto.... biggrin.gif
 
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tonihno brillao
view post Posted on 6/3/2006, 14:14




Mozart...ne vale la pena!!!....

Basta presentarsi all'aula absidale oppure bisogna ritirare da qualke parte dei biglietti d'ingresso?
 
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elisa81
view post Posted on 6/3/2006, 14:45




l'ingresso è gratuito basta presentarsi nella sala....sarà ballo credetemi e poi è pieno di studenti e giovani
 
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41 replies since 23/2/2006, 11:30   769 views
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